Prime Esperienze
Appuntamento al buio

24.05.2023 |
661 |
0
"Avevo bisogno di sgranchire un po’ gambe e schiena, nonostante avessi guidato soltanto per mezz’ora..."
Mancavano poco più di 10 minuti all’appuntamento, la strada era sgombra e non vedevo l’ora di arrivare.Avevo già incontrato altra gente dal vivo dopo essersi conosciuti online, ma delle altre donne conosceva viso e corpo, quantomeno in foto. Con lei era diverso. Aveva preteso un incontro al buio, che a sua detta, sarebbe stato più stimolante. Io avevo accettato senza nessuna riserva: non avevo nessun tipo di problema ad incontrare qualcuno mai incontrato prima, anzi sarebbe stata una prima volta per me.
Sono arrivato puntuale al parcheggio del campo sportivo, poco fuori paese. Non c’era davvero anima viva in giro, nonostante fosse tarda mattinata ed il sole scaldava in questa primavera che sapeva d’estate.
Fermandomi esattamente nel punto pattuito, spensi il motore e scesi dalla macchina. Avevo bisogno di sgranchire un po’ gambe e schiena, nonostante avessi guidato soltanto per mezz’ora. Sistemai maglia e jeans addosso, mi faceva sentire bello, sexy e desiderato curare i dettagli.
Cominciai a giocherellare nervosamente con i miei anelli, i miei bracciali ed il mio orologio, controllando costantemente l’orario, come se fosse in ritardo di chissà quanto tempo, invece una chiesa in lontananza mi ricordava che erano ancora le 11. Un rivolo di sudore mi percorse la schiena, ricordandomi che ero in ansia e che non sapevo cosa aspettarmi da questo incontro. Se avessi ancora il vizio di fumare, con tutta probabilità mi sarei girato ed acceso una sigaretta.
Finalmente.
Da dietro il muro di cinta dello stadio, sentii arrivare un’auto di piccola cilindrata, benzina, girato l’angolo scorsi la sua Corsa bianca che si avvicinava. Il viso della ragazza alla guida era coperto dagli occhiali da sole, in un attimo ha parcheggiato a qualche metro da me ed ho potuto osservarla meglio.
Arriva. Ferma l’auto. Sorride.
“Cazzo, che bel sorriso.”
“Ci conosciamo dal vivo finalmente, io sono Tania, piacere!”
Scende. È letteralmente spettacolare, esattamente come si era descritta, forse pure meglio.
Mora, liscia, alta sul metro e settanta. Ai piedi delle sneakers bianche. Un piccolo gioiello, colorato, che attirava l’attenzione su di lui e sulla caviglia che cingeva. Le gambe magre ma atletiche, il jeans chiaro che indossava ne metteva perfettamente in risalto tutti i muscoli sotto cui si muovevano, sinuosi ed eleganti, ad ogni passo. L’ombelico a vista, esattamente sotto gli addominali, leggermente accennati, frutto del lavoro in palestra che tanto aveva piacere a parlarne ed a mostrarne. Il seno piccolo e sodo, che si intravedeva da sotto la scollatura, chiudeva un corpo equilibrato e ben proporzionato. Le mani, con le dita curate ed affusolate, tempestate di anelli e bracciali di tutte le forme, colori e dimensioni, si muovevano velocemente mentre parlava, sfioravano il collo ed i capelli. Gli occhi profondi, verdi e vispi, fecero capolino da sotto gli occhiali da sole che ha tolto appena scesa dalla macchina. Aveva un buon profumo, di quelli dolci che al saluto ti stordiscono e ti lasciano rimbambito per qualche secondo, aspettando di riuscire a riprendere fiato.
Ad ogni risata, ad ogni frase ed anche ad ogni silenzio, sentivo che la situazione stava per precipitare, prendendo però la piega che mi sarei augurato prendesse appena l’ho vista mettere piede a terra. Il suo linguaggio del corpo mi urlava esattamente le stesse cose che pensavo io, le sue occhiate si fecero sempre meno sfuggenti, riuscendo a tenere il mio sguardo e rendendo la cosa stuzzicante da morire. Il sangue cominciò a ribollirmi dentro: ho sentito chiaramente che cominciava a scorrere proprio dove sarebbe dovuto andare alla vista di lei, così sensuale e femminile, con un’erezione leggera e spontanea, che cominciava ad intravedersi dai miei jeans.
Mi appoggiai col sedere sulla mia macchina, presi le sue mani e dissi: “Vieni qui.”
Erano lisce e fredde ma era una bella sensazione toccare la morbidezza di quelle mani. L’avevo colpita, probabilmente non si aspettava quella mia mossa, ma ne era rimasta piacevolmente sorpresa ed imbarazzata, tanto da mostrarmi una vampata rossa sotto al collo, proprio sopra la scollatura.
Mi portai le sue mani alla bocca e cominciai a baciare sfiorando con le labbra ogni singolo polpastrello, con dovizia e delicatezza, senza tralasciare nessun millimetro delle sue splendide mani.
Si accese, letteralmente.
Mi appoggiò delicatamente l’altra mano sul viso, distraendomi dal lavoro che stavo eseguendo con tanta passione e precisione e mi baciò, con decisione. Le nostre lingue cominciarono a incrociarsi nelle nostre bocche, le labbra si serrarono tra di loro, umide e vogliose le une delle altre. La mia mano scorreva tra i suoi capelli, accarezzava l’orecchio, il viso, il collo. Lei sospira, ho capito che quello è il suo punto debole come un animale carnivoro fiuta la sua preda e mi ci fiondo con la bocca ancora umida di lei, alternando baci e piccoli morsi sotto al suo orecchio, facendole inarcare la schiena ogni volta che con la lingua accarezzo i muscoli del suo collo ed esploro il suo orecchio oppure mordo la sua mandibola. Lei mi tiene stretto a sé, una mano tra i capelli ed una attorno alle spalle, come se non dovessi più andare via da quella morsa mentre io con una mano le sfioro la testa, invece l’altra comincia ad esplorare il suo corpo, partendo dal fianco, giocando con le mie dita su di ogni sua costola, per finire sul culo, con la fermezza, la determinazione e la passione che ogni carezza cercava di farle arrivare e avvicinando con i nostri bacini l’un l’altra, in modo tale da farle sentire la mia erezione, farle capire che avevo voglia di lei.
Gli sguardi si fecero sempre più languidi, più erotici, più eccitati, mentre le mie mani si soffermavano sui suoi seni: le slacciai il reggiseno e le alzai la maglia, quel tanto che bastava per poter giocare con i suoi capezzoli grandi e succulenti. Glieli presi in bocca, prima uno, poi l’altro, succhiandoli e leccandoli, ripetutamente, sentendola gemere molto, stringendosi sempre più col suo bacino al mio ed infilando una mano in mezzo ai nostri due genitali, quasi come a voler ricambiare il piacere che le stavo procurando, facendomi esplodere l’erezione, cominciando a masturbarmi da fuori i jeans, constatando la mia eccitazione e facendo precipitare definitivamente la situazione.
Dopo un’occhiata fugace in giro, slacciai i primi bottoni del suo jeans e, dato che non ebbi avuto rimostranze di alcun genere, la feci girare: mi soffermai un momento a godere di quel panorama, aveva un culo da urlo e me lo godetti facendola appoggiare delicatamente sopra il mio cazzo, infilando la mia mano dentro le sue mutandine, il clitoride gonfio e voglioso, la fica bollente e bagnata. Data da uno dei suoi scatti di piacere, la sua reazione fu quasi violenta: dovette appoggiare una mano al muro per evitare di sbatterci contro: si mordeva il braccio per non attirare troppo l’attenzione, mentre con la coda dell’occhio si girava a guardarmi mentre la masturbavo, i nostri occhi si incrociavano, aveva lo sguardo eccitatissimo, mi stava scopando con lo sguardo, mi pregava di non fermarmi, senza dire una parola, soltanto con i suoi gemiti riusciva a comunicare quello che voleva, come lo voleva e quanto lo voleva. Tutto questo mentre con il suo meraviglioso sedere continuava a spingere verso di me ed il mio cazzo, rischiando che ad ogni strusciata venissi nelle mutande. Tutto ad un tratto ogni sfregamento si interruppe perché era ad un passo dall’orgasmo, era sempre più bagnata ed ogni suo movimento era atto a procurarsi del piacere: con una mano si sorreggeva al muro, con l’altra si toccava il seno e si tormentava i capezzoli, fino a che con un mugolio liberatorio ed un paio di spasmi di notevole entità capii che l’apice del suo piacere venne raggiunto.
Tirai fuori la mano dalle sue mutandine, ormai fradicie dei suoi umori, me la prese in bocca e cominciò a leccarle ed a succhiarne ogni dito, facendomi presagire ciò che avverrà di lì a breve.
Si voltò e cominciò a baciarmi, mi trovai la sua lingua ovunque in bocca, assaporai anche io il suo gustosissimo nettare. Portò le sue labbra sul mio collo e mi fece sussultare quando cominciò a leccarmi ed a morderlo, passando poi anche sulle orecchie e rosicchiandomi la clavicola. Mi alzò la maglietta e mentre con due dita stuzzicava un capezzolo, con la lingua e con le labbra si occupava dell’altro. Buttai occhi e testa all’indietro, pervaso dal piacere pregandola di non fermarsi e di continuare così. Mi volse uno sguardo e sorrise, evidentemente contenta ed eccitata di ciò che stava facendo. Continuando a toccarmi i capezzoli e mordicchiandomi la pancia, si inginocchiò davanti a me, potendosi muovere abbastanza liberamente con la struttura dell’auto che copriva tutta la scena da occhi indiscreti. In maniera decisa ed estremamente sexy, slegò la cintura e sbottonò uno ad uno i bottoni dei miei jeans che non riuscivano più a contenere la mia erezione che nel frattempo era diventata prepotente, continuando a toccarsi anche mentre stava occupandosi del mio piacere. Abbassò lentamente i miei boxer attillati, cominciando a baciare e stuzzicare la base dell’asta del pene, poi di colpo si trovò il mio cazzo dritto davanti alla faccia, sorridendo leggermente e con gli occhi pieni di eccitazione prese ad impossessarsi di lui, dapprima con le mani facendolo scappellare tantissimo, mettendo in mostra il glande gonfio e le vene piene di sangue, poi in maniera sempre più spinta con la bocca e la lingua, cominciò a lucidarmi la cappella e l’asta tutta. Aveva un modo di trattare i miei genitali davvero ammirevole, non tralasciando nessun particolare, sempre più consapevole di quello che stava facendo, giocando anche con i miei testicoli ed il mio perineo, che fosse con le mani o usando la bocca, il risultato era comunque strepitoso. Non ebbi modo di resistere tantissimo, la situazione era eccitantissima data dal fatto di essere all’aperto, sentii il bisogno di venire che si faceva sempre più importante e glielo dissi, a quelle parole lei venne nuovamente, lasciando un rigagnolo di piacere sull’asfalto. A quel punto avvenne inevitabile invaso da mille spasmi, ho avuto un’eiaculazione potente ed abbondante nella sua bocca, lei non batté ciglio, ingoiò tutto ciò che c’era da ingoiare rendendo il mio orgasmo ancora più prolungato e appagante.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Appuntamento al buio:
